martedì 26 maggio 2009

Bruxelles e l'anno del fumetto



Ma che bello! Un’intera città invasa dai fumetti: sulle targhe delle vie, sui muri delle case, nelle stazioni della metropolitana, all’aeroporto, nei negozi, nei bar, nei musei, nelle gallerie d’arte… Basta girare lo sguardo e non è difficile trovare qualche immagine di Spirou, dei Puffi o di TinTin. E’ proprio la statua di Tintin col fido Milou che accoglie all’aeroporto centrale di Bruxelles i turisti in visita, ed è sempre TinTin che appare in un gigantesco tabloid alla Gare du Midi, senza contare le decine di muri che da anni sono diventati gigantesche illustrazioni realizzate da diversi autori della bande Dessinée e le statue che riproducono i protagonisti degli albi in libreria. Un solluchero per chi è appassionato di fumetto Belga! E infatti sono partito subito per trascorrere un lungo week-end a base di nuvolette e album cartonati.
Quest’anno le autorità cittadine di Bruxelles hanno deciso di consacrare l’anno turistico al tema del fumetto e deve essere stata una scelta logica visti i grandi maestri della Nona Arte ai quali il Belgio ha dato i natali: Peyo , Leloup, Walthery, Roba, Jijé e tanti altri.
La storia di Bruxelles e quella del fumetto sono indubbiamente legate da anni e proprio due giganti del fumetto Europeo ne sono protagonisti: ovvero Hergé e Franquin. Entrambi esponenti della cosidetta “linea chiara” restano un modello di creatività e vivacità ed esempio per generazioni successive di autori di fumetti. Attorno a loro due si sono scritte pagine e pagine di storia del fumetto con personaggi conosciuti in tutto il mondo come i celeberrimi Puffi, tanto per fare un solo esempio. E questo ha “allevato” anche generazioni di ragazzi abituati alla lettura, in generale. Ragazzi che leggono libri, riviste e fumetti indistintamente con la stessa serietà e interesse che permettono loro un educazione al gusto, alla cultura e alla vita in generale. Non esattamente come da noi in Italia, purtroppo.
Consacrazione logica è stata che durante tutto quest’anno la capitale del Belgio è dedicata alla Nona Arte con molteplici mostre e iniziative che si susseguono e si mescolano fra loro nei mesi. “Brussels 2009 BD Comic Strip” conta trentasei esposizioni, retrospettive e avvenimenti popolari programmati in prestigiosi luoghi come Il Museo delle Belle Arti, il famoso CBBD Centre Belge de la Bande Dessinée, la fondazione Raymond Leblanc ( dedicata al fondatore dell’omonima casa editrice), La Maison de la Bande Dessinée collegata alla bella libreria accanto alla stazione ferroviaria Centrale.
Proprio qui inizia la mia settimana culturale: andando a visitare un’esauriente retrospettiva di tavole originali di Jean Giraud del suo celebre Blueberry, considerata _ a ragione! _ come una delle migliori serie western a fumetti. Più di cento originali tra pagine e illustrazioni che coprono il periodo che va da “Fort Navajo” ( la prima avventura del tenente , del 1963) fino ad “Arizona Love” del 1990. Con un ospite d’eccezione , ovvero tavole originali di Jijè, il maestro di Gir!
Dell’esposizione esiste un agile catalogo come è d’uso fare Francois, il gestore della Maison de la BD che periodicamente allestisce interessanti retrospettive dedicate a importanti autori di fumetti. www.jije.org
Ovviamente in un pellegrinaggio a fumetti che si rispetti non può mancare una visita al famoso e illustre Centro della Bande Dessinèe che in questo periodo allestisce una bella retrospettiva dedicata ai vent’anni di manga in Europa con un interessante rapporto tra le influenze tra il fumetto Europeo e quello Giapponese. Da quando le edizioni Glénat pubblicarono la serie di “Akira” di Katsuhiro Otomo nel 1990 e dall’invasione televisiva di tanti disegni animati Giapponesi ( Goldrake, Candy Candy, Lupin…) ne è passata di acqua sotto i ponti! La percezione dei manga è parecchio cambiata tant’è che un autore come Jiro Tanigushi è diventato un autore di fumetti tra i più rispettati al mondo, senza parlare poi del grande regista Hayao Miyazaki ormai accreditato in tutti i principali festival cinematografici.
La nostrana Kappa Edizioni è citata come prezioso apporto alla retrospettiva, insieme ad altri esperti collaboratori.
E colpo di fortuna per me , appassionato di Peyo, all’interno del Centro ho potuto rivedere i primi dieci episodi dei disegni animati in bianco e nero realizzati dallo studio BelVision negli anni sessanta! Brevi episodi realizzati in semi-animazione ma perfettamente efficaci e gradevoli già andati in onda quasi quarant’anni fa in Italia dove la voce dello stregone Gargamella , in originale, è davvero inquietante! http://www.cbbd.be
E nel prestigioso Museo Reale delle Belle Arti del Belgio l’esposizione “ Sguardi incrociati della BD Belga” presenta, attraverso venti autori di fumetti autoctoni, cento anni di fumetto mettendo in evidenza i legami tra la Scuola Belga e le altre grandi correnti del fumetto mondiale. L’esposizione è composta da venti spazi che dispongono ciascuno di una scenografia specifica dedicata al lavoro di un autore contemporaneo ma anche agli autori “anziani” che sono stati fonte educativa per i lettori. Complessivamente più di cento autori sono esposti con tavole originali come quelle di Winsor McCay ( “Little Nemo”), Alex Raymond ( “Flash Gordon”), Schultz ( “Penauts”), Hugo Pratt ( “Corto Maltese”) ,Tardi ( “Adele Blanc-Sec”) ma anche Jean Van Hamme, Raoul Cauvin, Hermann, François Walthéry, Marvano, Ptiluc, Benoît Sokal, Frank Pé, Didier Comès, Jean Dufaux, Bernard Yslaire, François Schuiten, Philippe Geluck, Midam, Philippe Tome, Johan De Moor, Her Seele, Jean-Philippe Stassen, Dominique Goblet Thierry Van Hasselt.
Didier Pasamonik è un giornalista e critico di fumetti che conferma i vari legami tra correnti fumettistiche: “ Quando Will Eisner è venuto ad Angouleme nel 1975 _ dice _ scopre gli albi cartonati che raccolgono una lunga avventura e tre anni più tardi lancia la Graphic Novel negli Stati Uniti. E non c’è dubbio che Osamu Tezuka ha ben guardato Peyo e Franquin alla fine degli anni cinquanta. Per spiegare l’importanza di Bruxelles nella bande dessinèe ci sono motivazioni culturali e storiche che fanno in modo che il fumetto di questa città è uno dei più coerenti e strutturati d’Europa con degli autori di una qualità eccellente.” http://www.arba-esa.be
Ma camminando in lungo e in largo per la bella città si sente il bisogno di una birra fresca o di un cioccolato ristoratore. Niente di meglio che il bar “ Bande Dessinè” di Radisson SAS, in Rue du Fossé-aux-loups 47 , dove le pareti sono affrescate da disegni.
E più di sessanta opere d’arte a fumetti si offrono ai viaggiatori della metro, quotidianamente. La STIB , la società che gestisce il trasporto sotterraneo, ha realizzato una guida di 164 pagine che riproduce i disegni di questa particolare galleria d’arte sotterranea e sono possibili anche delle visite guidate della durata di circa tre ore! Ogni giorno più di 350.000 persone la visitano munendosi di un semplice biglietto per la metro! E’ nel 1969 che è nata la metropolitana di Bruxelles, l’unica del Belgio. Sessanta stazioni per quaranta kilometri dove ogni stazione possiede una sua identità e una sua galleria d’arte: pitture, sculture, foto, mosaici… ( E io penso alla metro B di Roma, vabbè! ) A ogni stazione c’è lo zampino di un un artista spesso celebre e conclamato: si va dalle sculture ludiche di Marc Menndelson fino a Jean-Michel Folon , Francois Schuiten, Raoul Servais, ecc… Un buon incentivo a lasciare l’automobile a casa e prendere la metropolitana! http://www.stib.be/knust-metro-art.html
Alla prestigiosa fondazione Raymond Leblanc, invece, è in corso fino a settembre una bella retrospettiva dedicata a Renè Goscinny e alla sua collaborazione al settimanale “Tintin” dal 1955 al 1961 ( insieme ad autori del calibro di Tibet, Uderzo, Berck, Macherot, ecc…) e alla casa di produzione Belvision che realizzò i film di Astèrix. Uno spazio è riservato anche alla vita personale di Goscinny e al suo amore per il Belgio. Nell’ottica dell’anno del fumetto la fondazione , inoltre, ha istituito un premio dedicato ai giovani autori di fumetti dove il tema di quest’anno è , neanche a dirlo, “Bruxelles”. Il vincitore riceverà 10.000 euro e verrà pubblicato in un albo collettivo del concorso coeditato dalla stessa fondazione e dall’editore Le Lombard che verrà venduto in libreria nel gennaio 2010. www.fondationrleblanc.be
Queste dunque sono state le esposizioni di questo week end che sta diventando una simpatica abitudine annuale, dopo l’anno scorso. Il tempo è stato più che clemente con frequenti giornate di tiepido sole e pochissimi sprazzi di pioggia tanto che camminare per i vari boulevard a caccia di fumetterie è stato oltremodo piacevole!
Tra uno svettar di statuine, gadget, poster, quadri, libri e libercoli in questi giorni hanno particolare successo i libri fuori collana di “Spirou”. Il recente “ Le groom vert-gris” di Joan Sfar e Yann è un vero best-seller grazie ai disegni chiari e nitidi ( con numerose citazioni disseminate fra le vignette) e un testo rivolto ai ragazzi ma che tratta di un tema adulto come la dittatura nazista. Ma anche il precedente albo “ Journal d’un ingènu “ di Emile Bravo ( 70.000 copie vendute in poco più di un mese!) continua a vendere copie e accumulare premi vinti.
I miei preferiti però sono stati: l’albo che ha festeggiato il cinquantenario della creazione dei Puffi con una storia prequel di quella famosa del flauto a sei puffi. “ Le schtroumpfer de flute” è una storia corta che ha una buona sceneggiatura di Thierry Culliford e Luc Partheoens ma servita non al meglio dai disegni di Jeroen De Conink che ha uno stile troppo distante da quello di Peyo. Per questa occasione sarebbe stato perfetto confermare il collaudato e ottimo Pascal Garray che ha disegnato l’ultimo albo della serie regolare “ Le Schtroumpfs Les Bains” ( che sarebbe un po’ come “ Stabilimento balneare Puffo”) dove i nostri ometti blu decidono di abbronzarsi sotto al sole del lago.
Ma a farmi consumare i succhi gastrici con relativa aquolina in bocca è stato senza dubbio l’albo gigante a tiratura limitata de “ La flute à six schtroumpfs”, l’avventura di Johan e Pirlouit dove compaiono per la prima volta i Puffi. E’ un lussuosissimo albo in bianco e nero 45 x 32,5 stampato in soli 320 esemplari ,con due pagine serigrafate su cell con le prove di colore, numerate e firmate. Il prezzo di 159 euro è un affarone e già me lo vedo sulla mia libreria! Una chicca e un investimento: altri albi simili delle edizioni Golden Creek (dedicati a Peyo ma anche a Gil Jourdan di Tillieux o Franquin, Macherot, Morris…) hanno raggiunto anche i 400 euro nel mercato del collezionismo! Me lo posso far mancare? Corro ad ordinarlo!

3 commenti:

Gianfranco Goria ha detto...

Grazie! Sarai linkato su http://www.afnews.info il 4 giugno. :-)

. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
. ha detto...
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