martedì 23 dicembre 2008

Impulse by Povia

Non per fare lo snob ma io Sanremo non lo guardo, non mi interessa e stop. Posso pure darci un'occhiata facendo zapping ma due minuti e poi cambio canale. Forse è vero che è un programma che ha fatto un po' il suo tempo e non è in grado di rinnovarsi e forse è vero che per rinnovarsi ci vuole una bella polemica. E di questi tempi è bene coniugare Stato e Chiesa, non si sa mai e gettare il tutto a un pubblico cosidetto nazional-popolare che si beve tutto quello che dice la tv. Così è nato il caso "Povia", menestrello che vota Berlusconi e va al Family Day cattolico e che quest'anno sul palco dell'Ariston pare canti una canzone ( "Luca era gay") che spiega , a chi ancora non lo sa, che da omosessuale si può tornare sulla retta via, si può tornare normali etero.
Se così fosse Povia non sa che le cure cattolico-clericali-integraliste non hanno ragion d'essere quando sono confutate dalla comunità scientifica Mondiale.
Un po' confuso Povia deve esserlo. Anni fa chiuse il concerto del Gay Pride Nazionale poi colto da un rigurgito cattolico dice che no, i genitori gay non possono adottare i bimbi perchè ritiene che non sia giusto. E basta, non argomenta altro. Poi però ci impreziosisce di perle come questa: "Gay non si nasce. Lo si diventa in base a chi frequenti, a quello che ti insegnano da piccolo. Come quei bambini che mamma e papà picchiano e loro per perversione vogliono essere picchiati. Ma se lei mi vuole bene, non la scriva questa cosa. Non scriva che l'ho detto, perché non è normale avere queste idee. Anche se ognuno è libero di pensarla come vuole. Comunque io so quello che dico. Anch'io ho avuto una fase gay. E’ stato quando avevo 18 anni. È durata sette mesi, poi l'ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati e hanno anche dei figli”.
Sette mesi...Una specie di varicella o un'epatite virale. Chissà come l'avrà curata? Ingurgitando aspirine o a colpi di Te Deum?
Quando invece, ci insegna la pubblicità, basta una spruzzata di Impulse.

2 commenti:

Paola Greco ha detto...

Caro Povia,

Sulla Sua canzone di San Remo. Le faccio osservare innanzitutto che in Italia il matrimonio fra persone omosessuali è un diritto negato. Ed è negato per volere di quella stessa mentalità che non ha voluto firmare la petizione della Comunità Europea contro quei paesi dove, normalmente, gli omosessuali vengono lapidati e impiccati. Le faccio notare che la ptizione non è stata firmata proprio con la motivazione di non rendere possibile l'unione civile fra omosessuali. Quindi lei, mettendo a confronto condizione omosessuale e matrimonio, non fa altro che aggravare una condizione culturale e sociale insostenibile e vergognosa di questo paese.

Al di la di questo lei, esprime chiaramente una discriminate fra una condizione di solitudine e marginalità ed una condizione che invece presenta come di piena realizzazione affettiva. In questo senso le faccio osservare che la condizione omosessuale è complessa proprio a causa di quei pregiudizi che mettono su piani diversi le diverse sensibilità affettive degli esseri umani, e che lei appoggia pienamente nella sua canzone.

E' inoltre noto scientificamente che l'identità sessuale, a differeza di quella di genere, cambia durante la vita degli individui. La verità e che ci sono persone omosessuali, eterosessuali ed una maggioranza di bisessuali se contiamo fra questi tutti quelli che hanno desiderato e sono andati vicini ad almeno un'esperienza "diversa". Cosi Lei vede che una condizione di equilibrio e di staticità non esiste e l'unica cosa che conta per il nostro benessere e la capacità di amare e di progettare un futuro dignitoso per noi e il nostro patner. Il genere sessuale di chi amiamo, in questo, non conta proprio nulla.

Esiste invece un peso ed un valore assoluto da dare alla paternità ed alla maternità. In questo senso, non le auguro in alcun modo che sua figlia, o una sua cara amica, si sposi con un omosessuale represso, cosa che purtroppo, grazie alla mentalità che lei propugna, avviene assai spesso e che ritengo essere una delle condizioni più umilianti e degeneri della società in cui viviamo. Del resto, però, perfettamente in linea con l'ipocrita mentalità e la strategia del "si fa ma non si dice", che è faro per la moralità di questo paese.

Cordiali Saluti,

Paola Greco

Fabrizio MAZZOTTA ha detto...

E' sempre piacevole leggere degli interventi precisi e intelligenti sul mio blog. Grazie. Paola!