lunedì 17 marzo 2008

Atelier Peyo

Continuano ( con successo?) le uscite quindicinali della raccolta delle storie dei Puffi, edita dalla Planeta - De Agostini.
Rispetto all'edizione Spagnola , ma prima ancora francese e Belga, questa raccolta ha voluto iniziare _ giustamente _ con l'avventura del 1958 di Johan e Pirlouit dove debuttano i piccoli omini blu, la famosa storia del " flauto a sei puffi".
I due personaggi di Peyo furono famosissimi in patria e tutt'ora , dopo la morte del loro autore, vengono ristampate le classiche avventure.
In Italia, di Joahan e Pirlouit esistono storie a puntate pubblicate nei primi anni 60 all'interno della rivista della Dardo " Tipitì" , titolo che traduceva il personaggio di Peyo.
Sono storie molto belle, con una traduzione discreta, collocabili cronologicamente a metà dell'opera globale e MAI PIU' ristampate.
Poi a inizio anni 70 il "Corriere dei Piccoli" pubblicò le ultime quattro storie di Peyo , dove erano ospiti i piccoli Puffi . Inclusa l'avventura del flauto a sei puffi.
Dopodichè.......... il nulla!
A parer mio Pirlouit è un personaggio di uno spessore straordinario e l'umorismo di queste storie non stona accanto ai classici di Carl Barks o di Segar!
I disegni sono straordinari: chiari, leggibili e dal tratto ancora oggi fresco e accattivante.
Peyo diceva che non si lavora per far bella figura con se stessi ma per far sì da essere apprezzati dal pubblico. Non a caso nella sua patria è un maestro. Meritatamente.
Anni fa , quando collaboravo con le edizioni Lexy, avanzai la proposta di pubblicare queste avventure ( grazie al fatto del traino dei Puffi) ma dopo una votazione ad alzata di mano degna più di una scuola elementare che di una casa editrice non se ne fece nulla perché " le copertine erano brutte" " c'è troppo rosso" " il tratto è vecchio: sembra Tintin!".
Che poi il tratto di Hergé non è proprio simile a quello di Peyo, ma vabbè....
Che poi un editore debba avere altri crismi per decidere di pubblicare un titolo è un altro discorso.
Che poi si debba scegliere un titolo per alzata di mano e non valutando altri aspetti è abbastanza bizzarro.
Ma questa ERA la Lexy. Che è fallita. Molti addetti del settore non la rimpiangono affatto.
Ad ogni modo oltr'alpe i personaggi di Peyo sono tornati in libreria con nuove avventure più che apprezzabili. Lettura consigliata!
Anche perchè è inesatto dire che le migliori storie sono quelle fatte da Peyo e il rimanente non vale la pena. E questo vale ancora di più per le storie dei Puffi.
Dopo la morte di Peyo i cartonati continuarono a uscire con gag e storielle brevi che riprendevano un po' lo spirito dei cartoni animati Americani ( di certo discutibili per quanto concerne la fedeltà all'atmosfera e all'umorismo del fumetto) ma ci sono anche alcune storie assolutamente belle sceneggiate da Luc Parthoens e Thierry Culliford ( figlio di Peyo) e disegnate da Alan Maury con gli inchiostri di Parthoens. Un paio di esempi possono essere " Le schtroumpfeur de bijoux" ( Il ladro di gioielli) e "La menace Schtroumpf" ( La minaccia Puffa) che sono davvero godibili in quanto a trama e a umorismo!
E poi, per dirla tutta, reggetevi forte ma...il buon vecchio Peyo di Puffi, in fondo, ne ha disegnati pochi!
Le primissime e introvabili mini-storie ( apparse come supplemento a "Spirou") sono state disegnate da lui ma le storie che da anni vengono raccolte in libri cartonati in tutto il mondo sono state realizzate da vari disegnatori dello Studio di Peyo.
" L'uovo dei Puffi" , ad esempio, è disegnato da Roland Goossens, in arte Gos, e inchiostrato da Lucien De Gieter. Peyo ha solo supervisionato e corretto.
Così come " Il Re Puffo" ( o " Il Puffissimo" ) dove molto si deve a Derib e molte altre storie dove hanno contribuito Will, Walthery e Wasterlain, tutti disegnatori che ora sono diventati a loro volta dei caposcuola nel mercato del fumetto FrancoBelga.
Gos da anni pubblica " Les Petits Hommes et les Scrameustache" ( una sorta di animaletti alieni antropomorfi) e ha collaborato alla sceneggiatura di "Natacha" di Waltery ( altro collaboratore di Peyo, specie in "Benoit Brisefer/Poldino spaccaferro").
Will è famoso per " Isabelle" una deliziosa serie poetica e fantastica popolata da elfi e fate. Wasterlain è l'autore di "Docteur Poche" altra serie fantastica in bilico tra magia e fantasia.
La collezione della Planeta ha una buona carta e rilegatura, perlomeno migliore delle edizioni mai apparse in Italia fin'ora. Però a me, vecchio barbogio, viene un eritema a leggere "Uccello mostro" in luogo di BeccaPuffi" ( traduzione geniale!), Re Puffo invece di Puffissimo e così via......
Tra qualche albo l'apporto di Peyo verrà sempre meno e questo sarà più evidente a occhi esperti. Addirittura alcuni albi strizzano l'occhio alle avventure televisive ma sempre con una migliore qualità rispetto alle serie di Hanna& Barbera. Vedremo, infatti, i Puffolini, Nonno Puffo, ecc...
Poi Peyo verrà a mancare e, per assurdo, alcune storie successive non fanno rimpiangere i vecchi tempi.
Questo non toglie assolutamente merito a Peyo poichè i suoi personaggi ( compresi Benoit Brisefer /Poldino Spaccaferro e Johan e Pirlouit ) sono capolavori del fumetto, dei classici da studiare e valorizzare! Come altri artisti della bande dessinèe, del resto. Penso a Hergé, Franquin, Morris, e altri.
Franquin era geniale, Peyo un ottimo narratore!
In Belgio e in Francia sono considerati degli grandissimi artisti! E tutt'ora a distanza di sessant'anni le nuove leve si ispirano a loro.
Da noi, in Italia, eredità artistiche di questo genere ce ne sono pochissime: mi viene in mente Bonvi con Clod e Silver , e i vari epigoni di Cavazzano e Carpi. A volte un po' fine a sè stessi.
Una volta esistevano fruttuose collaborazioni di Grandi Autori: come oltr'alpe c'era Peyo con Will, Franquin con Roba o Hergé con Bob De Moor noi avevamo Carpi e Chierchini, Bottaro e Scala, Dossi e Motta.... Tanto per dire solo pochi nomi! E poi più nulla!
La Scuola Umoristica Italiana ha preso una piega diversa a causa di situazioni che mi riprometto di scrivere.
Anzi, per tornare ai Puffi vi dico che la prima volta che gli omini blu vennero pubblicati in Italia sul settimanale "Tipitì" della Dardo vennero chiamati Strunfi, traducendo più o meno letteralmente il loro nome originale.
Con il passaggio al Corriere dei Piccoli nei primi anni 60 acquisirono il nome di Puffi, per merito della redattrice dell'epoca Josè Pellegrini e in seguito, probabilmente, alle traduzioni partecipò anche Enrico Bagnoli, direttore degli Albi Sprint che raccoglievano storie lunghe dei personaggi ospitati nel "Corriere dei Piccoli".
Poi ci fu il boom degli anni 80 con la serie televisiva della Hanna &Barbera e anche editorialmente i Puffi tornarono in auge con varie vicende editoriali più o meno felici.
Una curiosità: sono esistiti dei cartoni animati in bianco e nero prodotti in Belgio negli anni 60 e addirittura trasmessi in Italia! All'interno del contenitore " Gli eroi di cartone" presentato da un giovane Lucio Dalla , i piccoli Puffi cantavano e parlavano assieme a tanti altri personaggi del fumetto.
Nei cartoni animati USA i Puffi neri sono diventati viola per non offendere le popolazioni di colore e Gargamella non è più uno stregone ma diventa...un mago. Lo stregone poteva ricordare la magia nera!
Bhe, sono Americani! Che pretendete?
Non che da noi si stia meglio, però! °_°

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